Edizione Speciale: SuperStars Series - Monza 2010
Il 'Pirates Speed Club' nasce il 27 Febbraio 2008 quando, in occasione del compleanno di uno dei suoi fondatori si fecero stampare i primi adesivi da apporre sulle automobili. Il Club, fondato da 4 persone, raggiunge oggi quota 19 membri, uniti dalla stessa grande passione per le automobili.

sabato 12 aprile 2008

Dunlop Drivers Cup: Filo


Dopo aver confermato via email la partecipazione alla Dunlop Drivers Cup, l'avventura ha inzio alle ore 18.00 in quel di Rho, ora e luogo del ritrovo precedentemente fissato per la partenza del viaggio che ci condurrà ad Adria. Non si sa bene in che modo, fatto sta che dopo 90 minuti abbiamo percorso appena 70 metri! complice sicuramente il traffico dell'ora di punta ma soprattutto la deviazione verso lo sportello banco-posta resasi necessaria visti i liquidi di cui disponeva Codo. Divisi nella scelta sulla strada che sia meglio percorrere (la più breve ma più trafficata A4 o la più scorrevole anche se più lunga A1). Visto il traffico cittadino di Rho che appena prosciugato tutta la nostra pazienza optiamo per l'A1. Tra una fermata all'autogrill per rifornire il serbatoio della Grande Punto, un paio di chilometri di coda percossi a passo d'uomo per incidente e una seconda fermata poco prima di Bologna per cenare con un paio di paninazzi, raggiungiamo l'albergo all'alba delle 23.30; trascorrendo poi la notte con il pensiero volto al domani. Veniamo quindi al giorno della verità: mercoledi 2 Aprile 2008. Sveglia ore 8:15 e dopo cappuccio e brioche, rimontiamo in auto per raggiungere, solo 1500 metri più in là, l'autodromo di Adria.
Fermati al cancello esterno dall'addetto comunichiamo, come entrando in un'area militare, la nostra password: Dunlop Drivers Cup: ci fanno entrare. Non facciamo in tempo ad entrare che, guardandoci in giro come dei bambini allo zoo, notiamo con grande stupore, accompagnato da un corale "uohhho!!!" quattro Corvette C6 parcheggiate una a fianco all'altra in uno spettacolo fuori dal comune, soprattutto considerato che l'ultima di queste presentava un evidente allestimento da corsa. Distratti da un simile spettacolo, quasi non ci accorgiamo che ci stanno indicando dove parcheggiare la GP per tutto il corso della giornata: all'interno della struttura in vetro del paddok coperto, proprio nella zona retrostante ai box.


Lasciato in macchina tutto il superfluo e svuotate le tasche di tutto ciò che non fosse indispensabile e che, altresì, comportava un aumento di peso, ci dirigiamo all'open bar allestito in un grosso box comunicante da un lato con il paddock e dall'altro con la Pit Lane.
Compiliamo i moduli anagrafici e gli scarichi delle responsabilità e ci infilano in testa un berretto giallo firmato Dunlop e un portachiavi al collo con appesa un tesserino elencante le prove da svolgere nel corso della giornata. In mano invece ci rifilano un modulo di valutazione che verrà pian piano compilato dai piloti che siederanno al nostro fianco durante le prove.
In attesa che si presentino tutti i 53 partecipanti cominciamo a prendere visione dei bolidi su cui siederemo di lì a poco, ai quali stanno proprio in quel momento sostituendo degli usurati Continental con delle Dunlop fresche fresche. Il nostro iniziale scetticismo riguardo alla notizia di sedere su delle Kia Rio si volatilizza alla vista della preparazione alla quale sono state sottoposte. Le auto sono state alleggerite a dovere: tolti anche 28 grammi di fendinebbia (come dice Codo); sempre delle Kia Rio 1,5 litri tdi rimangono è vero, ma con quell'assetto ribassato al massimo sopportabile, con quei cerchi gialli da firmati RVS da 15" e con quella livrea decorata da adesivi e sponsor ci hanno fatto subito una bella impressione. Quando poi, più da vicino, notiamo roll barr, sedili sparco a guscio, cintura a quattro punti, freni TarOx a sei pistoncini, plancia e cruscotto svuotati di aribag e tutto il superfluo, nonchè dotati di un piccolo volante leggero a tre razze rivestito in alcantara, ci rendiamo conto di poterle definire delle auto da corsa. 150 cv soltanto, ma tenendo conto del tipo di tracciato che offre Adria e soprattuto del sound offerto da un motore privato di qualsiasi cosa simile a marmitta o catalizzatore, possiamo ritenerci più che soddisfatti. Completate le faccende burocratiche veniamo divisi in due gruppi e, dopo un briefing di circa 20 minuti veniamo catapultati direttamente in pista.


L'ordine alfabetico fa si che io sia il primo a calcare l'asfalto del circuito, senza prima sentire impressioni e suggerimenti dai miei colleghi piloti (per un giorno). A mia disposizione ho un giro diciamo così, d'esplorazione, al termine del quale rientro ai box in attesa del via degli organizzatori. Appena sento il permesso del "copilota" affondo il piede destro rilasciando la frizione: ah, il sistema di controllo di trazione si vede che non c'è... allento la pressione sull'acceleratore e scatto in avanti con una spinta simile a quella della mia GP turbo, anche se guardando la velocità con cui l'asfalto scorre sotto le quattro dunlop noto con piacere (e con un pizzico di invidia) i 30cv in più; anche perchè il patinamento si ripete quando butto dentro con decisione la seconda. Tra una curva e l'altra del tecnico tracciato, nell'abitacolo comincia crescere la temperatura (condizionatore assente ovviamente, anche perchè nessuno lo avrebbe acceso sapendo di scrificare la prestazione!) e, complice anche l'emozione, comincio a sudare; ma di ciò me ne accorgo soltanto dopo essere sceso dall'auto, al termine di altri tre giri percorsi tra i richiami del pilota, soprattutto per ciò che riguarda la frenata e l'ingresso in curva. Appena smonato, è proprio il caso di dirlo viste le acrobazie da fare per evitare i roll barr, vengo assalito da amici e sconosciuti affamati di sensazioni e consigli in stile "vampiro". Confessato tutto ciò che avevo da dire salgo sul muretto per godermi il passaggio sul rettifilo delle Rio. Finito il turno dei miei amici, le cui sensazioni lascio raccontare a loro nel post che di qui a poco pubblicheranno, ci spostiamo tutti quanti sul piazzale del paddock scoperto in asfalto, al centro del quale è stato sistemato un irrigatore per ricreare l'effetto pioggia-asfalto bagnato. La prova consiste nel compiere prima a 60Km/h e poi a 70Km/h una frenata su asfalto bagnato contemporaneamente alla schivata di un ostacolo (un birillo); il tutto in uno spazio di venti metri. Ancora una volta l'elenco mi tradisce chiamandomi per primo. La prima prova a 60 all'ora la butto all'aria per prudenza (?) e per prendere le misure: freno infatti prima del dovuto e schivo la S in perfetto stile di guida pensionato a bordo di fiat seicento. Nella seconda però, realizzando "al massimo prendo sotto un birillo!" do il meglio di me. Scatto subito spingendo a fondo sull'acceleratore, al punto di frenata scelgo perfettamente il tempo per buttar giù la frizione e spingere con tutta la forza che ho il pedale del freno: i TarOx fanno il loro dovere e mentre io schivo al pelo gli ostacoli il pilota al mio fianco si complimenta per il buon operato, soprattutto tenendo conto del fatto che ho eseguito la manovra a 80Km/h! (sembra poco ma in quelle condizioni 10Km/h in più si sentono e come!); tant'è che quando scendo dalla Rio per far posto ad un altro tutto il gruppo dei partecipanti si complimenta del mio operato, ancor di più quando vengono a conoscenza della velocità alla quale è stato fatto. Via di lì vengo subito chiamato sul paddock in cemento, dove mi aspetta la prova di abilità. Manco a farlo apposta sono ancora il primo. Ad aspettarmi un infinita serie di coni bianco-rossi nel quale si sarebbe perso anche Indiana Jones, che andavano a costituire un ristretto percorso dove sarebbe stata valutata, oltre ovviamente alla mia capacità alla guida nello "stretto", anche la mia capacità di adattamento a curve inaspettate e al percorso indubbiamente intricato. Dei due giri percorsi tra quei birilli fatico a ricordare qualcosa se non che a farla da padrona era solamente la concentrazione, l'immergersi a fondo nella guida senza pensare ad altro rendeva tutto sommato semplice seguire il percorso e allo stesso tempo divertente mettere alla prova la propria reattività al volante. Sceso dall'auto dopo aver compiuto quel percorso è quasi un sollievo; in un istante ti accorgi di aver consumato gran parte delle tue energie e allo stesso tempo di esserti divertito come e più che su un kart e ti viene voglia di tornare a farlo anche se ti tremano le gambe...



Finito tutto il turno della prova di abilità torniamo tutti quanti nel retro dei box e saliamo al piano superiore dove è stato allestito gratuitamente il pranzo.
Rimpilzatici di cibarie e scambiate le nostre opinioni riguardo, indovina un po', sulle auto, sulla guida sugli pneumatici e su tutto quanto concerne il mondo dei motori, arriva l'ora di tornare in pista. Ripetiamo così le stesse prove della mattina, ad eccezione della frenata. A dir le verità, se in pista sento di aver notevolmente affinato la mia tecnica, esco poco soddisfatto dalla prova di abilità che tanto mi aveva esaltato poche ore prima, deluso dal troppo sottosterzo dovuto alla mia precoce spinta sul gas in curva e alla stanchezza che comincia a farsi sentire nelle gambe e nelle braccia (non dimenticando il lungo viaggio del giorno prima). Mentre tutti gli altri finiscono di correre, con il pensiero già alle premiazioni, i e gli amici del PSC aspettiamo con ansia la prova di Alby, ultimo nell'elenco e che rischia, visto l'incupirsi del cielo, di correre sul bagnato: e così accade; se Codo si vede costretto, senza grande dispiacere va detto, a ripetere la propria prova, interrotta da una improvvisa bufera di sabbia, Alby sarà l'unico a correre con asfalto bagnato, dato lo scroscio estivo che si rovescia su Adria proprio un attimo prima della sua partenza.
Al termine della giornata, ore 18.00 si tengono le premiazioni. Codo viene inserito fra le riserve, noi altri portiamo a casa "solo" una giornata di puro divertimento! E' pur vero che, per quanto mi riguarda, sono andato ad Adria senza la pretesa di essere selezionato ma quando sei lì che leggono i nomi dei vincitori un po' ci speri di sentire il tuo e quindi è inevitabile provare almeno un pizzico di invidia per i selezionati e per l'amico che comunque è arrivato al livello delle riserve ma tant'è: io mi porto a casa uno dei migliori tempi sul giro fatti segnare quel giorno (1.48.15, il migliore tra di noi ed il secondo tra quelli che ho sentito fra tutti i partecipanti; non è stata stilata una vera e propria classifica) . Non avrò uno stile perfetto ma almeno ho il requisito fondamentale del PIRATES Speed Club: ME LA SCANNO; come e più di tanti altri, TAAC!


Note Positive:
  • Assetto delle Kia Rio;
  • Freni TarOx;
  • Roll Barr;
  • Sedili Sparco;
  • Cinture a 4 punti;
  • Volante da corsa;
  • Scarico "aperto";
  • "Spinta" dei modesti 150cv;
  • Possibilità di cimentarsi in prove differenti;
  • Possibilità di ripetere la prova per vedere i porgressi;
  • Pranzo e open bar gratutii;
  • Disponibilità ai consigli di (quasi) tutti i piloti;
  • Circuito dalle apprezzabili caratteristiche.

Note Negative:
  • Cambio di serie;
  • Mancata fornitura di gadget (eccetto berretto dunlop);
  • Impossibilità di visionare o ritirare la scheda di valutazione;
  • Briefing con consigli fatto prima della guida per un gruppo e dopo la guida per l'altro;
  • Mancata chiarezza sull'ordine delle riserve;

3 commenti:

Innominato ha detto...

Qst sono giornate....

non si pensa a nulla, ci si diverte, si sta fra amici e la sera al ritorno si lascia la coppa dell'olio tra i sottopassi vari...

ma cazzo...

cmq bello, bello... finisco gli esami e posto anke la mia esperienza

bondage ha detto...

teeeec!!!grandissima libidine...unica nota negativa: sono una riserva!ahaha!

Filo ha detto...

haha, e non è tutto... pensa che se quella è una nota negativa allora a che livello di negatività è essere meno di una riserva? haha bella!