Edizione Speciale: SuperStars Series - Monza 2010
Il 'Pirates Speed Club' nasce il 27 Febbraio 2008 quando, in occasione del compleanno di uno dei suoi fondatori si fecero stampare i primi adesivi da apporre sulle automobili. Il Club, fondato da 4 persone, raggiunge oggi quota 19 membri, uniti dalla stessa grande passione per le automobili.

mercoledì 23 aprile 2008

Dunlop Drivers Cup: Alby

Ok tocca a me.
Di come si è svolta la gionata ve ne ha parlato Filo in lungo e in largo, quindi non voglio farvi ancora due palle così facendovi rileggere le solite cose.

In questo articolo parlerò di emozioni provate. Che alla fine sono il motivo per cui viviamo, le emozioni.

Diciamo che l'esperienza ad Adria è stata una emozione unica.
Entrare nel paddock in vetro, quasi come un pilota ultramiliardario e gettonato è una bella sensazione.
Vedere poi delle cittadine Kia Rio messe giù duro è una sensazione ancora più bella.
Rollbar, cinture a quattro punto e sedili Sparco, impianto Tarox, scarico aperto e via tutto il peso non necessario a far muovere la macchina.
Ok ok alla vista ci siamo. Ma saranno davvero emozionanti nella guida? Alla fine sono dei disel...


E invece no. Una volta in circuito ste scatolette di Rio Mare ballano tra i cordoli che è un piacere!

Una volta usciti dai box la spinta si sente, nonostante il motore non voglia saperne di allungare. Ma il bel calcio in culo c'è per essere un milleecinque.
E poi è fantastica l'atomosfera dentro a queste macchine. Il rollbar intorno color rosso fuoco, quel volante a tre razze rivestito di alcantara, il rumore così grezzo e feroce che entra nell'abitacolo, il caldo e l'odore della pista fanno da cornice ad un magnifico quadro.
Un magnifico quadro fatto di curve. Già perchè il vero soggetto ritratto è l'assetto.
Rigido ma giocherellone. Pennellare le curve giochicchiando col gas è una goduria pura. Frenare a fine rettilineo con la macchina storta e sentire che ti stai mettendo il retrotreno per cappello è entusiasmante.
Macchine di questo gener ti fanno sentire vivo. Ti fanno capire l'importanza dello spostamento del peso, della frenata e dell'accelerazione, della traiettoria.
Guidare in circuito è risucire a ricreare quell'equilibrio tra l'asfalto, la macchina e te stesso.
Se queste cose comunicano l'una con l'altra in modo uniforme allora significa che stai andando forte.


Altra nota positiva va alla prova di abilità.
Già. Lì i miei discorsi di equilibrio vanno a farsi fottere. Lì è questione di istinto. Non puoi ricordarti i birilli dopo un giro, lì devi improvvisare. Devi sopravvievere.
Solo istinto. Ritrovarsi una chicane di fornte all'improvviso ti dà botte di adrenalina pura. E il fatto che le curve all'improvviso fossero costituite non da muri di cemento ma da fragili birilli di dà una certa spinta a dare tutto te stesso.
L'improvvisazione della prova è stata diciamo più consona alle nostre capacità di guida. Alla fine la nostra vera esperienza di guida è fatta a Milano. Dove è l'imprevisto a farla da padrone. Forse è per questo che noi milanesi in questa prova siamo andati bene.



A proposito.

All'inizio ho parlato di emozioni. Il motivo per cui viviamo. Allora beccatevi questa.


Sono emozioni anche queste no?


2 commenti:

Filo ha detto...

in effetti sarebbe proprio difficile scegliere tra questi due tipi di emozioni... donne e motori, una disputa storica. fortuna che possiamo godercele entrambe!!! haha, se non lo facciamo alla nostra età...

cmq niente male l'articolo, a parte i miei commenti che si sentono nel video, hihihi, ciao!

bondage ha detto...

bella ale, ci stava l'articolo alla evo su adria...proprio una bella esperienza!ora toccherà a me! e cmq....'mazza aoh', che topoooonaaaa!!!