Edizione Speciale: SuperStars Series - Monza 2010
Il 'Pirates Speed Club' nasce il 27 Febbraio 2008 quando, in occasione del compleanno di uno dei suoi fondatori si fecero stampare i primi adesivi da apporre sulle automobili. Il Club, fondato da 4 persone, raggiunge oggi quota 19 membri, uniti dalla stessa grande passione per le automobili.

venerdì 25 aprile 2008

Tamarrate di fine Aprile

Come al solito delle tamarrate non ci stanchiamo mai.
E dopo i vari Terron Power, Milano Drift ecc. ecco a voi un'altra frase che farà storia:

Dio le fa.... Il Pirates Speed Club le intraversa!


E poi ho trovato questa citazione di un "certo" (dicono che sia bravino...) pilota di Best Motoring:

"I drift not because it is a quicker way around a corner, but the most exciting way."
Keiichi Tsuchiya

Parole sante...

E adesso ci sta un'altra figona, per passare col sorriso la fine del mese....

mercoledì 23 aprile 2008

Dunlop Drivers Cup: Alby

Ok tocca a me.
Di come si è svolta la gionata ve ne ha parlato Filo in lungo e in largo, quindi non voglio farvi ancora due palle così facendovi rileggere le solite cose.

In questo articolo parlerò di emozioni provate. Che alla fine sono il motivo per cui viviamo, le emozioni.

Diciamo che l'esperienza ad Adria è stata una emozione unica.
Entrare nel paddock in vetro, quasi come un pilota ultramiliardario e gettonato è una bella sensazione.
Vedere poi delle cittadine Kia Rio messe giù duro è una sensazione ancora più bella.
Rollbar, cinture a quattro punto e sedili Sparco, impianto Tarox, scarico aperto e via tutto il peso non necessario a far muovere la macchina.
Ok ok alla vista ci siamo. Ma saranno davvero emozionanti nella guida? Alla fine sono dei disel...


E invece no. Una volta in circuito ste scatolette di Rio Mare ballano tra i cordoli che è un piacere!

Una volta usciti dai box la spinta si sente, nonostante il motore non voglia saperne di allungare. Ma il bel calcio in culo c'è per essere un milleecinque.
E poi è fantastica l'atomosfera dentro a queste macchine. Il rollbar intorno color rosso fuoco, quel volante a tre razze rivestito di alcantara, il rumore così grezzo e feroce che entra nell'abitacolo, il caldo e l'odore della pista fanno da cornice ad un magnifico quadro.
Un magnifico quadro fatto di curve. Già perchè il vero soggetto ritratto è l'assetto.
Rigido ma giocherellone. Pennellare le curve giochicchiando col gas è una goduria pura. Frenare a fine rettilineo con la macchina storta e sentire che ti stai mettendo il retrotreno per cappello è entusiasmante.
Macchine di questo gener ti fanno sentire vivo. Ti fanno capire l'importanza dello spostamento del peso, della frenata e dell'accelerazione, della traiettoria.
Guidare in circuito è risucire a ricreare quell'equilibrio tra l'asfalto, la macchina e te stesso.
Se queste cose comunicano l'una con l'altra in modo uniforme allora significa che stai andando forte.


Altra nota positiva va alla prova di abilità.
Già. Lì i miei discorsi di equilibrio vanno a farsi fottere. Lì è questione di istinto. Non puoi ricordarti i birilli dopo un giro, lì devi improvvisare. Devi sopravvievere.
Solo istinto. Ritrovarsi una chicane di fornte all'improvviso ti dà botte di adrenalina pura. E il fatto che le curve all'improvviso fossero costituite non da muri di cemento ma da fragili birilli di dà una certa spinta a dare tutto te stesso.
L'improvvisazione della prova è stata diciamo più consona alle nostre capacità di guida. Alla fine la nostra vera esperienza di guida è fatta a Milano. Dove è l'imprevisto a farla da padrone. Forse è per questo che noi milanesi in questa prova siamo andati bene.



A proposito.

All'inizio ho parlato di emozioni. Il motivo per cui viviamo. Allora beccatevi questa.


Sono emozioni anche queste no?


sabato 12 aprile 2008

Dunlop Drivers Cup: Filo


Dopo aver confermato via email la partecipazione alla Dunlop Drivers Cup, l'avventura ha inzio alle ore 18.00 in quel di Rho, ora e luogo del ritrovo precedentemente fissato per la partenza del viaggio che ci condurrà ad Adria. Non si sa bene in che modo, fatto sta che dopo 90 minuti abbiamo percorso appena 70 metri! complice sicuramente il traffico dell'ora di punta ma soprattutto la deviazione verso lo sportello banco-posta resasi necessaria visti i liquidi di cui disponeva Codo. Divisi nella scelta sulla strada che sia meglio percorrere (la più breve ma più trafficata A4 o la più scorrevole anche se più lunga A1). Visto il traffico cittadino di Rho che appena prosciugato tutta la nostra pazienza optiamo per l'A1. Tra una fermata all'autogrill per rifornire il serbatoio della Grande Punto, un paio di chilometri di coda percossi a passo d'uomo per incidente e una seconda fermata poco prima di Bologna per cenare con un paio di paninazzi, raggiungiamo l'albergo all'alba delle 23.30; trascorrendo poi la notte con il pensiero volto al domani. Veniamo quindi al giorno della verità: mercoledi 2 Aprile 2008. Sveglia ore 8:15 e dopo cappuccio e brioche, rimontiamo in auto per raggiungere, solo 1500 metri più in là, l'autodromo di Adria.
Fermati al cancello esterno dall'addetto comunichiamo, come entrando in un'area militare, la nostra password: Dunlop Drivers Cup: ci fanno entrare. Non facciamo in tempo ad entrare che, guardandoci in giro come dei bambini allo zoo, notiamo con grande stupore, accompagnato da un corale "uohhho!!!" quattro Corvette C6 parcheggiate una a fianco all'altra in uno spettacolo fuori dal comune, soprattutto considerato che l'ultima di queste presentava un evidente allestimento da corsa. Distratti da un simile spettacolo, quasi non ci accorgiamo che ci stanno indicando dove parcheggiare la GP per tutto il corso della giornata: all'interno della struttura in vetro del paddok coperto, proprio nella zona retrostante ai box.


Lasciato in macchina tutto il superfluo e svuotate le tasche di tutto ciò che non fosse indispensabile e che, altresì, comportava un aumento di peso, ci dirigiamo all'open bar allestito in un grosso box comunicante da un lato con il paddock e dall'altro con la Pit Lane.
Compiliamo i moduli anagrafici e gli scarichi delle responsabilità e ci infilano in testa un berretto giallo firmato Dunlop e un portachiavi al collo con appesa un tesserino elencante le prove da svolgere nel corso della giornata. In mano invece ci rifilano un modulo di valutazione che verrà pian piano compilato dai piloti che siederanno al nostro fianco durante le prove.
In attesa che si presentino tutti i 53 partecipanti cominciamo a prendere visione dei bolidi su cui siederemo di lì a poco, ai quali stanno proprio in quel momento sostituendo degli usurati Continental con delle Dunlop fresche fresche. Il nostro iniziale scetticismo riguardo alla notizia di sedere su delle Kia Rio si volatilizza alla vista della preparazione alla quale sono state sottoposte. Le auto sono state alleggerite a dovere: tolti anche 28 grammi di fendinebbia (come dice Codo); sempre delle Kia Rio 1,5 litri tdi rimangono è vero, ma con quell'assetto ribassato al massimo sopportabile, con quei cerchi gialli da firmati RVS da 15" e con quella livrea decorata da adesivi e sponsor ci hanno fatto subito una bella impressione. Quando poi, più da vicino, notiamo roll barr, sedili sparco a guscio, cintura a quattro punti, freni TarOx a sei pistoncini, plancia e cruscotto svuotati di aribag e tutto il superfluo, nonchè dotati di un piccolo volante leggero a tre razze rivestito in alcantara, ci rendiamo conto di poterle definire delle auto da corsa. 150 cv soltanto, ma tenendo conto del tipo di tracciato che offre Adria e soprattuto del sound offerto da un motore privato di qualsiasi cosa simile a marmitta o catalizzatore, possiamo ritenerci più che soddisfatti. Completate le faccende burocratiche veniamo divisi in due gruppi e, dopo un briefing di circa 20 minuti veniamo catapultati direttamente in pista.


L'ordine alfabetico fa si che io sia il primo a calcare l'asfalto del circuito, senza prima sentire impressioni e suggerimenti dai miei colleghi piloti (per un giorno). A mia disposizione ho un giro diciamo così, d'esplorazione, al termine del quale rientro ai box in attesa del via degli organizzatori. Appena sento il permesso del "copilota" affondo il piede destro rilasciando la frizione: ah, il sistema di controllo di trazione si vede che non c'è... allento la pressione sull'acceleratore e scatto in avanti con una spinta simile a quella della mia GP turbo, anche se guardando la velocità con cui l'asfalto scorre sotto le quattro dunlop noto con piacere (e con un pizzico di invidia) i 30cv in più; anche perchè il patinamento si ripete quando butto dentro con decisione la seconda. Tra una curva e l'altra del tecnico tracciato, nell'abitacolo comincia crescere la temperatura (condizionatore assente ovviamente, anche perchè nessuno lo avrebbe acceso sapendo di scrificare la prestazione!) e, complice anche l'emozione, comincio a sudare; ma di ciò me ne accorgo soltanto dopo essere sceso dall'auto, al termine di altri tre giri percorsi tra i richiami del pilota, soprattutto per ciò che riguarda la frenata e l'ingresso in curva. Appena smonato, è proprio il caso di dirlo viste le acrobazie da fare per evitare i roll barr, vengo assalito da amici e sconosciuti affamati di sensazioni e consigli in stile "vampiro". Confessato tutto ciò che avevo da dire salgo sul muretto per godermi il passaggio sul rettifilo delle Rio. Finito il turno dei miei amici, le cui sensazioni lascio raccontare a loro nel post che di qui a poco pubblicheranno, ci spostiamo tutti quanti sul piazzale del paddock scoperto in asfalto, al centro del quale è stato sistemato un irrigatore per ricreare l'effetto pioggia-asfalto bagnato. La prova consiste nel compiere prima a 60Km/h e poi a 70Km/h una frenata su asfalto bagnato contemporaneamente alla schivata di un ostacolo (un birillo); il tutto in uno spazio di venti metri. Ancora una volta l'elenco mi tradisce chiamandomi per primo. La prima prova a 60 all'ora la butto all'aria per prudenza (?) e per prendere le misure: freno infatti prima del dovuto e schivo la S in perfetto stile di guida pensionato a bordo di fiat seicento. Nella seconda però, realizzando "al massimo prendo sotto un birillo!" do il meglio di me. Scatto subito spingendo a fondo sull'acceleratore, al punto di frenata scelgo perfettamente il tempo per buttar giù la frizione e spingere con tutta la forza che ho il pedale del freno: i TarOx fanno il loro dovere e mentre io schivo al pelo gli ostacoli il pilota al mio fianco si complimenta per il buon operato, soprattutto tenendo conto del fatto che ho eseguito la manovra a 80Km/h! (sembra poco ma in quelle condizioni 10Km/h in più si sentono e come!); tant'è che quando scendo dalla Rio per far posto ad un altro tutto il gruppo dei partecipanti si complimenta del mio operato, ancor di più quando vengono a conoscenza della velocità alla quale è stato fatto. Via di lì vengo subito chiamato sul paddock in cemento, dove mi aspetta la prova di abilità. Manco a farlo apposta sono ancora il primo. Ad aspettarmi un infinita serie di coni bianco-rossi nel quale si sarebbe perso anche Indiana Jones, che andavano a costituire un ristretto percorso dove sarebbe stata valutata, oltre ovviamente alla mia capacità alla guida nello "stretto", anche la mia capacità di adattamento a curve inaspettate e al percorso indubbiamente intricato. Dei due giri percorsi tra quei birilli fatico a ricordare qualcosa se non che a farla da padrona era solamente la concentrazione, l'immergersi a fondo nella guida senza pensare ad altro rendeva tutto sommato semplice seguire il percorso e allo stesso tempo divertente mettere alla prova la propria reattività al volante. Sceso dall'auto dopo aver compiuto quel percorso è quasi un sollievo; in un istante ti accorgi di aver consumato gran parte delle tue energie e allo stesso tempo di esserti divertito come e più che su un kart e ti viene voglia di tornare a farlo anche se ti tremano le gambe...



Finito tutto il turno della prova di abilità torniamo tutti quanti nel retro dei box e saliamo al piano superiore dove è stato allestito gratuitamente il pranzo.
Rimpilzatici di cibarie e scambiate le nostre opinioni riguardo, indovina un po', sulle auto, sulla guida sugli pneumatici e su tutto quanto concerne il mondo dei motori, arriva l'ora di tornare in pista. Ripetiamo così le stesse prove della mattina, ad eccezione della frenata. A dir le verità, se in pista sento di aver notevolmente affinato la mia tecnica, esco poco soddisfatto dalla prova di abilità che tanto mi aveva esaltato poche ore prima, deluso dal troppo sottosterzo dovuto alla mia precoce spinta sul gas in curva e alla stanchezza che comincia a farsi sentire nelle gambe e nelle braccia (non dimenticando il lungo viaggio del giorno prima). Mentre tutti gli altri finiscono di correre, con il pensiero già alle premiazioni, i e gli amici del PSC aspettiamo con ansia la prova di Alby, ultimo nell'elenco e che rischia, visto l'incupirsi del cielo, di correre sul bagnato: e così accade; se Codo si vede costretto, senza grande dispiacere va detto, a ripetere la propria prova, interrotta da una improvvisa bufera di sabbia, Alby sarà l'unico a correre con asfalto bagnato, dato lo scroscio estivo che si rovescia su Adria proprio un attimo prima della sua partenza.
Al termine della giornata, ore 18.00 si tengono le premiazioni. Codo viene inserito fra le riserve, noi altri portiamo a casa "solo" una giornata di puro divertimento! E' pur vero che, per quanto mi riguarda, sono andato ad Adria senza la pretesa di essere selezionato ma quando sei lì che leggono i nomi dei vincitori un po' ci speri di sentire il tuo e quindi è inevitabile provare almeno un pizzico di invidia per i selezionati e per l'amico che comunque è arrivato al livello delle riserve ma tant'è: io mi porto a casa uno dei migliori tempi sul giro fatti segnare quel giorno (1.48.15, il migliore tra di noi ed il secondo tra quelli che ho sentito fra tutti i partecipanti; non è stata stilata una vera e propria classifica) . Non avrò uno stile perfetto ma almeno ho il requisito fondamentale del PIRATES Speed Club: ME LA SCANNO; come e più di tanti altri, TAAC!


Note Positive:
  • Assetto delle Kia Rio;
  • Freni TarOx;
  • Roll Barr;
  • Sedili Sparco;
  • Cinture a 4 punti;
  • Volante da corsa;
  • Scarico "aperto";
  • "Spinta" dei modesti 150cv;
  • Possibilità di cimentarsi in prove differenti;
  • Possibilità di ripetere la prova per vedere i porgressi;
  • Pranzo e open bar gratutii;
  • Disponibilità ai consigli di (quasi) tutti i piloti;
  • Circuito dalle apprezzabili caratteristiche.

Note Negative:
  • Cambio di serie;
  • Mancata fornitura di gadget (eccetto berretto dunlop);
  • Impossibilità di visionare o ritirare la scheda di valutazione;
  • Briefing con consigli fatto prima della guida per un gruppo e dopo la guida per l'altro;
  • Mancata chiarezza sull'ordine delle riserve;

venerdì 11 aprile 2008

Cheek to Cheek - Alfa 145 - FINE PERIODO

Cheek to cheek originale è una rubrica EVO
Ok ragazzi ci siamo.
Ormai è una cosa defnitiva... tra poco tempo prenderò la macchina nuova ed è arrivato il momento di salutare la mia Alfa.
La presi a novembre del 2006... aveva 90 mila km... una ruota bucata... qualche bottarella qua e là.... ma 120 modesti cv sotto il cofano... con 5000 euro non si trovava molto di meglio...
Mi affascinò subito.... aveva quell'aria da cattiva ragazza... quelle minigonne... quello scarico.... si, decisi che doveva essere lei la mi aprima auto.
Mi divertii fin da subito... all'inizio i 120 cv si sentivano davvero... e pochi diciottenni potevano godere uno scatto così al semaforo.... pure Codo per starmi dietro ha dovuto riprogrammare la centralina alla sua Mini!!!

Poi c'è stato il periodo della marmitta bucata... fantastico... tutta la terronaggine che già ispirava la sua linea così vecchia e ammaccata trovava la sua essenza in quel rumore così esaltante... arrivare ai 7000 giri era una esperienza così viva... dovevi tirare fuori le palle, perchè dopo che superavi i 6000 sembrava che i pistoni stessereo per bucare il cofano da un momento all'altro... l'ho fatto una volta con mia madre a fianco... non lo farò mai più, lo giuro.

Con la sostituzione della marmitta, necessaria perchè le forze dell'ordine non sembravano molto gradire, così come i vicini, era diventata così borghese.... silenziosa... che cazzo, va bene tutto ma qui stiamo esagerando....

Ed è così che arrivò il filtro OMP. Già.... il rumore dava davvero un aria racing alla macchina... e poi era controllabile, perchè quando non schiacciavi nessuno sapeva nulla di cosa ci fosse sotto il cofano.
Ma quando aprivi era fantastico... intorno ai 3000 si faceva cupo, per poi allargarsi verso i 6000 ed esplodere dopo i 7000. Quando poi lo facevo sotto la galleria della stazione Centrale, con l'autoradio abbassata e il finestrino aperto, tutto era ancora più grezzo ed entusiasmante. E poi alle ragazze sembrava che andasse di più.
L'accelerazione di una macchina da 120 cv dopo due anni ti stanca... non la percepisci più... ma quel rumore non ti stancava mai.... non aprivi per accelerare... aprivi per sentire il suono...

Prima del filtro ci fu un'altro cambiamento importante. Montai 4 Goodyear Eagle F1. Mi ci sono trovato davvero bene. Progressive nel perdere aderenza, sul bagnato davano davvero tantissima fiducia. A parte una volta che mi hanno mollato in una staccata con conseguente dritto.

L'apporto degli adesivi ha concluso l'opera. L'ha davvero fatta diventare unica.

Di lamentele non ce ne sono molte. Cose da normale routine quando compri una macchina vecchia. I finestrini lenti, la pompa del servo sterzo da cambiare, un ammortizzatore scoppiato. Ma niente di chè.

Due settimane fà la svolta. Come vi ho raccontato la mia esaltazione tornando da Adria mi ha fatto lasciare la coppa dell'olio in un sottopasso a Rho.
Forse era destino. Ora è giù in box. Silenziosa. Probabilmente mi capiterà di guidarla ancora un paio di volte. Già perchè se riesco a ripararla con pezzi usati la vendo subito.

Mi dispiace. Sono dei ricordi che ora giacciono fermi in fondo ad una rampa.
Mi mancherà davvero. Non era questa gran macchina. Il suo assetto non era infallibile. Anzi. Però era divertente. E soprattutto era tamarra. Aveva il suo fascino. Aveva un motore nervoso. Aveva un rumore che faceva girare le vecchiette preoccupate. Ti guardavano con quell'espressione "Sti giovani d'oggi, senza la testa sulle spalle". E più vedevi quell'espressione e più ti veniva voglia di aprire. Già. Era sfacciata.

Mi mancherà. Davvero.

Come dice quel luogo comune? Chiusa una porta si apre un portone....

Già, fra poco arriverà in box una S2000...

Ma ogni tanto una sbirciatina in quella porta non me la toglierà nessuno...
Grazie di tutto.

mercoledì 9 aprile 2008

Tempi Kart di dicembre

Nel precedente post ho accennato al miglioramento generale delle sessioni di aprile al confronto con quella di dicembre, qui sotto potete visionare quei tempi [altissimi peraltro]

Sul filo dei millesimi...

Sabato 5 Aprile 2008, Buccinasco; ore 22: Siamo al Dromokart!
Nonostante le difficoltà di organizzazione incontrate come al solito per ritrovarci il sabato sera, in questa notte primaverile ha prevalso la voglia di divertirsi stando seduti per terra dietro ad un volante sulla classica uscita al pub con bevuta che tanto va di moda nei giorni nostri. Due sessioni da 10 minuti per sfruttare al meglio i buoni sconto torvati dal
Ludo hanno permesso di confrontarsi in un'avvincente lotta contro il cronometro, senza rinuncire a qualche bagarre e a qualche lotta spalla-spalla. Un confronto non certo definitivo ma che, almeno al vertice, si è giocato sul filo dei millesimi, mostrando un livello simile fra gli apprendisti piloti che, al termine delle due sessioni ha visto Codo salire sul gradino più alto del podio, seguito a ruota da Filo a 0,008 secondi; poi da Alby a 0,687s e da Kri (che ha avuto a disposizione solo la prima sessione), più staccato, a 4,637s.


Sarà stato il recente passaggio alla Dunlop Driver Cup, saranno state le più favorevoli condizioni meteorologiche o sarà stato più semplicemente il tempo trascorso, fatto sta che i tempi di tutti, compresi ovviamente anche i quattro membri fondatori del PSC, si sono notevolmente abbassati, portando il record dai 52,58 secondi fatto segnare da Skyline(alias Filo) il 22 dicembre 2007, ai 49,535 secondi de Il Tenk (alias Codo). Un miglioramento medio del sul giro veloce del 6,64% e del 9% sul passo, con ben due piloti a scendere sotto il selettivo muro dei 50 secondi.

Tempi della prima sessione: Tempi della seconda sessione: Smontati dai kart e combattuti fra sensazioni di soddisfazione da un lato e di rabbia per non aver dato il meglio dall’altra, soprattutto per chi non è riuscito a scendere sotto i 50 secondi, sono iniziati i soliti schernimenti tipicamente maschili, con uno spavaldo Codo vincitore e un incupito Alby rimasto questa volta staccato più di ½ secondo. Comune era invece la sensazione, come si è già detto, di non aver girato ancora più lentamente delle proprie possibilità, non essendo riuscito nessuno a compiere una tornata intera dando il 100%, per errori propri o per aver incontrato traffico. Tutto questo ha proiettato le menti dei membri del PSC, non ancora usciti dallo stabilimento Dromokart, alla prossima visita, con l’obiettivo dell’abbattimento del muro dei 49 secondi.
Prima però di concludere la serata al “briochiaro” ci si è separati da un Alby ancora visibilmente deluso dalla propria prestazione, il quale ha salutato tutti promettendo vendetta non tanto per essere stato battuto alla guida di un kart, ma per essere stato battuto nella “sua” pista di Buccinasco.


venerdì 4 aprile 2008

La Macchia Rossa

Mercoledì 2 Aprile 2008, ore 23.30. Dopo una sremante giornata trascorsa a giare sul circuito di Adria a bordo di una Kia Rio preparata in occasione della Dunlop Drivers Cup (di cui vi racconterò in seguito) mi trovo a percorrere i sessanta chilometri che separano casa mia dalla città universitaria di Pavia, presso la quale studio, seduto sul sedile del passaggero della mia brillante Grande Punto Tjet Sport. Sul sedile destro dicevo poco fa, e lo ripeto con un po' di vergogna, dal momento che al volante non ho lasciato uno dei miei grandi amici che con me condividono lo stile di guida sportivo e l'inesauribile passione per le automobili (nonchè membri fondatori del PIRATES Speed Club -PSC), ma bensì una donna! mia sorella peraltro, che un po' per la mia stanchezza e un po' appofittando della mia benevolenza nei suoi confronti in occasione del suo compleanno, ha prontamente colto al volo una delle rare occasioni che le capitano di guidare il mio gioiellino di produzione nostrana.
Non sono però ancora venuto al dunque. Si stava percorrendo, come già anticipato in precedenza, un'autostrada A7 (Milano-Genova) completamente deserta con il tachimetro fisso alla massima velocità consentita quando, con il capo chino sul finestrino e gli occhi socchiusi, la mia attenzione è improvvisamente richiamata da una luce di colore bianco che priam illumina il guard-reil ai lati della strada e poi fa luccicare le increspature del nuovo asfalto drenante dell'autostrada tanto rapidamente che quasi non ho il tempo di contrarre i muscoli del collo per guardare a sinistra, mentre la grande punto viene mossa da uno scossone. Mentre strizzo gli occhi per ammirare la macchia rossa che ci sta sorpassando ai 300 orari nel mio cervello provo due sensazioni ben distinte ma separate da un'infinitesima frazione di secondo: se da un lato mi sto già arrabbiando per non essere stato capace di riconoscere il bolide passatomi a fianco, dall'altro riconosco l'inconfondibile foggia della casa di Maranello, immagazzinando come dei flash, uno in seguito all'altro, le piccole informazioni che i miei occhi riescono a percepire. Quando però collego i quattro fanali rotondi all'alettone tanto enorme quanto squadrato posto a sormontare il retrotreno per l'intera larghezza dell'automobile ho un improvviso sussulto: avete capito bene, sto parlando della mitica Ferrari F40, classe 1987.

Soltanto poco più tardi, mentre mia sorella racconta di aver visto un'astronave nello specchietto retrovisore avvicinarsi ad una velocità inimmaginabile, mi rendo conto che le mie capacità cognitive, affaticate come il resto del corpo e ricolme di preziosissime informazioni appena acquisite sulla guida sportiva (non ancora metabolizzate evidentemente) stanno ancora tentando di risolvere le ultime informazioni o emozioni che non era stato possibile percepire contemporaneamente al momento del sorpasso, in quell'istante di godimento puro. Realizzo solo ora infatti, che in quei millisecondi in cui mi giravo per godermi il sorpasso (non importa se subito) il mio orecchio aveva registrato, forse confuso dallo stereo, un suono così acuto che, una volta tradotto, il mio cervello aveva interpretato come quello di una due ruote piuttosto che di un auto, così da preparare i miei occhi alla vista di un GSX R1000, non a quella di una Ferrari.
Un brutto scherzo questo, forse giocatomi dall'assuefazione al rombo prodotto dallo scarico aperto delle Kia Rio mosse a gasolio ascoltato poche ore prima ma, più probabilmente (ho voluto convincermene) dal regime al quale stava spingendo il 2936cc Ferrari.
Per chi non lo spesse infatti l'F4o non monta un propulsore dalla mastodontica cilindrata, bensì un 2,9 litri da 478cv (a 7000 giri) e 577Nm (a 4000 giri)...
...costruito nel lontano 1987: forse dopotutto mia sorella non si era sbagliata nel definirla un'ASTRONAVE!


Gomme Fumanti...

A regalarci un burn-out da panico non è questa volta una supercar, ma una Polo (6N) che stando alle ultime news del colonnello Giuliacci rischia di inserirsi fra i principali fattori del formarsi della nebbia in Val Padana!

Polo 6N

giovedì 3 aprile 2008

La fine di un mito?

03 Aprile 2008.
Giornata fantastica. Dunlop Drivers Cup. Macchine da gara, uno dei circuiti più tecnici in Italia.
Ma di questo vi parlerò in seguito, con un pò più di tempo.
Mentre tornavo, dopo aver accompagnato Codo, l'adrenalina era ancora a mille.
Ripensavo a quelle curve, a quei suoni, a quelle percezioni che trasmetteva il telaio direttamente al cervello (pardon, al cuore). E con la sicurezza di chi si sente onnipotente giocherellavo con la mia Alfa, bruciando litri (e non scherzo...) di benzina....
Han chiuso la tangenziale, mi butto dentro Rho Fiera e mi perdo tra le curve. Il navigatore è ormai scarico, come si uscirà da questo labirinto d'asfalto? Sono stanco, voglio tornare a casa, ma l'euforia della giornata mi fa buttare ancora marce su marce... rotonde, curve, tutto è affrontato come se fosse una pista. L'atmosfera è tranquilla, in quella zona davvero non c'è anima viva.
Ad un certo punto mi trovo di fornte un sottopasso, mai visto prima.... quale miglior occasione per far rimbobare il suono del motore con annesso filtro biconico.
Inizia la discesa e mi ci immetto dentro. SBAM!
Ho toccato il fondo, gli ammortizzatori sn arrivati a fondo corsa. Mi dirigo verso casa come se niente fosse, continuando a vedere la lancetta del carburante in costante discesa.
Arrivo, finalmente. La parcheggio in box. La puzza di parti meccaniche è assurda, in particolar modo dei freni. Purtroppo la mia non monta i Tarox a cui sn stato abituato pocanzi.
Sta sera l'ho davvero maltrattata. Finalmente mi butto nel letto e la notte passa ripensando all'esperienza vissuta ad Adria.

Sta mattina la chiamata di mio zio. "Ale, cosa hai combinato? C'è il box pieno di olio. Ma tanto olio".
Corro giù... mi sdraio a livello asfalto.... eh già... la coppa dell'olio è andata.

E ora il dilemma. Ripararla e andare avanti ancora qualche mese? O prendere la prossima?

La fine di un mito?

martedì 1 aprile 2008

S2K.... ti sto aspettando.

Verso Giugno, se tutto va bene, dovrei cambiare macchina.
E' già da un pò che mi pongo il problema. Eh si, perchè cambiare auto per noi uomini è davvero un problema. Quale scegliere? Prenderla nuova? Trazione anteriore o posteriore?
Mmm... ho incominciato a pensarci intorno a settembre.... le mie idee erano abbastanza chiare... voglio una macchina che abbia due posti, possibilmente cabrio.... già voglio fare il figo.... e non mi interessa sia troppo potente, tanto la prendo trazione posteriore.
La scelta era tra l'MG Tf e la Mazda MX5.... mmm... però.... alla fine la cazzata la si fa una volta, facciamola bene....
Allora perchè non una bella TT? Già.... una bella TT.... peccato però per la trazione anteriore... hei, ma c'è un bel 225 cv turbo con trazione Quattro. Perfetto.
Oppure no? No...
Si la TT è una bella macchina.... però non è realmente quello che voglio... che sia bella ok... ma la mia macchina nuova deve darmi emozioni....
Può essere esternamente elgante come una Bentley... ma nella guida deve essere tamarrissima!
Voglio una macchina da guidare in pieno stile Fast and Furious.... o Pirates Speed Club, che dir si voglia....

La mia decisione è ormai presa. Honda S2000. Sarà lei la prossima.
"Molti considerano la S2000 solo come un motore luciferino, calato dentro un telaio affilato come una lama. E' proprio così. Tirare il collo ai 240 cv del 2000 aspirato non è cosa da tutti: da 6000 a 9000 giri è puro delirio automobilistico. Grazie ancora Honda..." Da EVO.
"Non è cosa da tutti".... già è per persone come me.... persone che sanno guidare? Macchè... persone che credono di saper guidare!